Benvenuti! Un nuovo editoriale per approfondire due argomenti che ci stanno a cuore e quanto mai importanti. Il primo è l’ampliamento della nostra rete sismica, l’altro riguarda la prevenzione, specie dopo la sequenza sismica che in queste ore sta caratterizzando la bassa Valle di Roveto, a Nord di Sora (Fr).
La rete del nostro Osservatorio, come già preannunciato è in fase di espansione. Come giustamente mi ha fatto notare un caro amico, fisico geofisico, più strumenti collochiamo sul territorio, più problemi di manutenzione, imprevisti e blocchi tecnici dovremo gestire. Ma noi ci mettiamo come sempre la passione che, unita al livello “alto” delle competenze tecniche della squadra, riescono a superare qualsiasi ostacolo. Per l’installazione di una stazione sismica ci vogliono risorse! Dietro c’è il lavoro di mesi: per individuare il sito, lontano da rumori antropici, sismologicamente interessante e che vada a colmare in maniera corretta le “maglie mancanti” della nostra rete sismica. Intendiamoci! Si tratta di fare sacrifici, di muoversi con mezzi ed attrezzature adatte a risolvere le emergenze tecniche. A volte si parte “solo” per fare un re-start in luoghi remoti e di notte.
Per l’occasione è doveroso il ringraziamento alla squadra del nostro osservatorio, a tutti i volontari, di gruppi locali di protezione civile, di amministratori di piccoli comuni, di volontari privati che si offrono per brevi interventi specie in situazioni di emergenza. È fondamentale l’apporto dei servizi offerti quali, oltre al sito che ospita lo strumento, anche di energia elettrica e linea internet. Sono i piccoli comuni che ci aiutano, come ad esempio: Colle San Magno, San Biagio Saracinisco e Campoli Appennino. Ma precisiamo. Non è sempre facile gestire questi rapporti. Ci è capitato ad esempio che un comune della provincia di Frosinone, ci ha congedati perché voleva l’esclusiva di zona. Ovvero, non ha gradito che un paese vicino potesse avere un’altra nostra installazione. La nostra forza è “LA RETE!”. Ma noi non ci siamo scandalizzati. Con amarezza, abbiamo accettato. A discapito del territorio. I nostri dati, i più rilevanti, ricordo a chi non lo sapesse, vengono condivisi coi ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che utilizzerà per una migliore localizzazione dei terremoti e per la realizzazione successiva della c.d. Mappa di Pericolosità sismica. Ma a cosa serve questa mappa? È una realizzazione in continuo aggiornamento, che permette di avere un’idea chiara su quanto una determinata zona, potrebbe danneggiarsi a seguito di calamità naturali come terremoti, eruzioni, frane e alluvioni. Quindi un valido aiuto ai professionisti per progettare e costruire meglio le nostre abitazioni e le strutture pubbliche.
La crisi sismica a nord di Sora e la storia della Valle di Roveto
A proposito della crisi simica a nord di Sora, l’argomento è ampio. Storicamente la Valle di Roveto è caratterizzata da numerose faglie attive, studiate e catalogate. Si tratta di faglie “normali” (o dirette), cioè faglie che rispondono a un processo di estensione crostale, ben noto in Appennino e misurato anche dai satelliti. Il terremoto del 7 novembre 2019 ad esempio, ha avuto un movimento per faglia normale appunto, con una piccola componente trascorrente (ossia di movimento laterale), coerente con la geologia recente nota e con altri terremoti dell’Appennino centrale (1984, 2009, 2016). Questo significa che questo pezzetto di faglia si comporta, in piccolo, come quelle più grandi e note. In quest’area ci sono stati in passato terremoti di magnitudo anche superiore a 6, come nel 1654. Più a sud e a nord anche più forti (1349, 1915) di magnitudo vicina o superiore a 7. Non ci sono elementi sufficienti per calcolare un periodo di ritorno di questi eventi e fare previsioni anche a lungo termine sui futuri terremoti. Come già ribadito, non sono solo i forti terremoti che possono provocare danni, ma anche i terremoti di entità inferiore. La storia sismica di Sora racconta, infatti, che la città ha subito danni molto frequentemente negli ultimi 500 anni, anche per terremoti di magnitudo modesta.
La mappa di pericolosità sismica
La mappa di pericolosità sismica, come detto, che individua le aree dove ci si possono attendere scuotimenti sismici di diversa forza, in qualsiasi momento e quindi anche in assenza di sequenze sismiche, è tuttora lo strumento più efficace che la comunità scientifica mette a disposizione per le politiche di prevenzione.
Il concetto di prevenzione, si realizza principalmente attraverso la riduzione della vulnerabilità sismica delle costruzioni, ovvero il rafforzamento delle costruzioni meno resistenti al sisma. Possiamo, nel nostro piccolo, in famiglia per intenderci “fare qualcosa” e ridurre al massimo il rischio ovvero riuscire ad affrontare l’emergenza con un minimo di preparazione. Come fare? Dobbiamo usare alcuni accorgimenti basilari e diffondere questa cultura!
- Verificare che le vie di fuga nella nostra abitazione non siano ostruite da oggetti inutili, ingombranti e fissare al muro i mobiletti spessi collocati nei corridoi, è solo l’inizio di un comportamento consapevole.
- Eliminiamo ad esempio quadri troppo pesanti da zone a rischio caduta, a scapito degli abitanti dell’immobile, sia esso un’abitazione od un ufficio ovvero ancoriamoli meglio. Ancoriamo tutti i mobili di casa specie quelli più alti e meno stabili come ad esempio una libreria, una vetrina.
- Collochiamo nei corridoi ed in prossimità dell’uscita una luce di emergenza. Se si verificasse un forte sisma, potrebbero interrompersi i servizi come la corrente elettrica e di notte, potrebbe diventare pericoloso muoversi.
- Mettiamo luci di emergenza anche per le scale del condominio. Naturalmente ricordiamo di non imbucare le rampe durante il possibile evento sismico.
- Attendere la fine della scossa e abbandonare l’abitazione (l’ufficio, la struttura pubblica) non prima di aver chiuso il rubinetto principale del gas.
Come realizzare un kit di emergenza
Spesso per motivi fortuiti il terremoto si verifica nelle ore notturne o comunque alla sprovvista. È per questo che bisogna pensare alla realizzazione di kit di emergenza. Sarà disponibile a breve una sezione dedicata nel nostro sito.
Ne esistono molti in commercio più o meno forniti. La raccomandazione è rivolgersi a ditte serie, non imbroglioni. Ma un kit di emergenza, possiamo realizzarlo tranquillamente in casa. L’ideale sarebbe di realizzare un kit che permette di avere un’autonomia di 24 ore. Ma cosa deve contenere un kit di emergenza?
Dopo un’emergenza, potrebbe essere necessario sopravvivere da soli per qualche giorno. Essere preparati, significa avere il proprio cibo, acqua e altre provviste per diversi giorni. Un kit ovvero una raccolta di articoli di base di cui la tua famiglia potrebbe aver bisogno in caso di emergenza è ciò di cui abbiamo bisogno. Per assemblare un kit, dobbiamo conservare gli oggetti in sacchetti di plastica ermetici e collocare tale contenuto in contenitori facili da trasportare, come valigie, bidoni di plastica o borsoni. Attraverso una lista, teniamo memoria delle scadenze, che possono essere condivise sul nostro smartphone con l’agenda di Google ad esempio. Un kit di emergenza di base potrebbe includere i seguenti articoli consigliati:
- Acqua (un litro a persona al giorno per diversi giorni, per bere e per i servizi igienico-sanitari)
- Cibo (almeno una scorta di cibo non deperibile per almeno 24 ore. Ad es. conserve ecc.)
- Radio a batteria o a dinamo (essere informati è fondamentale in certe situazioni)
- Torcia elettrica
- Batterie supplementari
- Carica batteria fotovoltaico
- Kit di pronto soccorso
- Fischietto (per segnalare aiuto)
- Mascherine antipolvere
- Telo di plastica e nastro adesivo (per ripararsi dalla pioggia ad esempio)
- Salviette umidificate, sacchetti della spazzatura (per l’igiene personale)
- Fascette di plastica (possono essere utili ad una infinità di utilizzi)
- Chiave inglese o pinza (per spegnere le utenze ad esempio)
- Apriscatole manuale (per alimenti)
- Telefono cellulare (anche un vecchio cellulare permette di chiamare il NUE 112 (con carica batterie).
Prendere in considerazione l’aggiunta dei seguenti articoli al kit in base alle esigenze individuali:
- Disinfettante per le mani e salviette disinfettanti per disinfettare le superfici
- Farmaci da prescrizione. Un’emergenza può rendere difficile una prescrizione o trovare una farmacia aperta.
- Farmaci senza prescrizione medica come antidolorifici, farmaci antidiarroici, antiacidi o lassativi.
- Occhiali da vista e soluzioni per lenti a contatto
- Latte artificiale, biberon, pannolini, salviette e crema per l’eritema da pannolino
- Cibo per animali domestici e acqua extra per il tuo animale domestico
- Contanti (durante una crisi sismica il bancomat potrebbe essere fuori uso)
- Documenti importanti di famiglia come copie di polizze assicurative, documenti di identità e conti bancari salvati elettronicamente o in un contenitore impermeabile e portatile
- Sacco a pelo o coperta calda per ogni persona
- Cambio completo di abbigliamento adatto al tuo clima e scarpe robuste
- Fiammiferi in un contenitore impermeabile
- Forniture femminili e articoli per l’igiene personale
- Kit mensa, bicchieri di carta, piatti, tovaglioli di carta e utensili di plastica
- Carta e matita
- Libri, giochi o altri oggetti per intrattenere e tenere in attività i bambini.
Sembra un’infinità di materiale ed in effetti lo è. Ma parliamo per lo più di oggetti di piccole dimensioni che possono supportarci fuori dalla nostra abitazione. Naturalmente, chi ha la fortuna di avere un garage esterno è tutto più facile.
Dopo aver assemblato il kit, ricordiamoci di mantenerlo in modo che sia pronto quando serve.
- Conservare il cibo in scatola in un luogo fresco e asciutto.
- Conservare gli alimenti in scatola in contenitori di plastica o metallo ben chiusi.
- Sostituisci gli articoli scaduti secondo necessità.
- Ripensiamo alle nostre esigenze ogni anno e aggiorniamo il kit man mano che le esigenze della famiglia cambiano.
Naturalmente, assicuriamoci che tutti i membri della famiglia sappiano dove è conservato il kit!
Il nostro staff, rimane a disposizione gratuitamente, dei cittadini e delle comunità che chiedono supporto per organizzare le eventuali emergenze, anche attraverso meeting e momenti informativi.